Rapporto OICE: riparte l’industria dei congressi e degli eventi

Finalmente una notizia, non bella, bellissima!

La presentazione del rapporto 2021 dell’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi-OICE avviene in quella che possiamo a buon diritto definire come la fase di ripartenza della meeting industry italiana. E si tratta di una grande ripartenza: tutte le impresedella filiera sono infatti impegnate nel rispondere al ritorno di una richiesta crescente di congressi ed eventi. L’indiscutibile valore degli eventi in presenza è infatti stato rafforzato dallo stop dovuto alla pandemia e la domanda sembra voler recuperare il tempo perduto.


I dati della ricerca sono dunque la fotografia di un periodo positivo ma anche complesso per il comparto.
Il contesto sociale, ambientale e geopolitico è sempre più incerto e mutevole e non è quindi facile interpretare i cambiamenti che ci aspettano. Mai come ora, però, il settore è chiamato a strutturarsi, a organizzarsi e a dotarsi di strategie che rispondano in maniera efficace e tempestiva alle nuove sfide per far crescere il Mice e le sue imprese, anche a livello internazionale.


Per queste ragioni, Federcongressi&eventi, nel suo ruolo di associazione che rappresenta tutta la filiera della meeting industry italiana, continue rà a impegnarsi per fornire alle azie nde, alle istituzioni e a tutti gli stakeholder di riferimento gli strumenti per affrontare in maniera reattiva e progettuale il futuro.

La sintesi dei principali risultati
Dopo il percorso di sviluppo intrapreso nel periodo 2014-2019 – che ha fatto registrare un tasso di incremento medio annuo del numero di eventi pari al 4,1% – il mercato italiano dei congressi e degli eventi ha subito nel 2020 un’improvvisa battuta d’arresto a causa dell’emergenza COVID-19.
Le norme di sicurezza imposte dalla pandemia hanno previsto nel 2021 la chiusura delle sedi fino al 1 luglio (DL 22/04/21 n. 52) e l’apertura con capienza ridotta (distanziamento di un metro tra le sedute) dal 1luglio 2021 al 2 dicembre 20211.
Nel corso dell’anno, delle 5.456 sedi che erano operanti in Italia nel 2020, di cui è nota la capacità delle sale, il 5,6% ha cessato la propria attività, l’1,6% è restato chiuso per ristrutturazione e lo 0,3% è risultato  chiuso per cambio gestione o perché in vendita.

Considerando anche le nuove sedi aggiunte nel database, nel 2021 l’universo di riferimento ha previsto 5.443 sedi per congressi ed eventi.
Sulla base delle risposte fornite dalle 635 sedi che hanno aderito all’indagine a inizio 2022 e grazie al monitoraggio condotto da ASERI alla fine del2021, è stato possibile stimare che il47,5% delle sedi italiane pur risultando aperte non abbia ospitato alcun evento2. In particolare, la distribuzione delle sedi con almeno un evento presenta differenze statisticamente significative sia in base all’area geografica toccando la quota maggiore al Nord (il 58,7% delle sedi complessivamente presenti nell’area) e diminuendo progressivamente lungo lo stivale fino al 42,8% delle Isole, sia in base alla tipologia di sede con i centri congressi e le sedi fieristico congressuali che hanno ospitato almeno un evento nelle percentuali maggiori (rispettivamente nel 79,3% e nel 74,7% dei casi) e gli alberghi con sale meeting che sono risultate attive solo nel 48,1% dei casi.

Dalla ricerca è emerso che nel 2021 in Italia sono stati complessivamente realizzati 86.438 eventi in presenza o in formato ibrido con un minimo di 10 partecipanti ciascuno e della durata minima di 4 ore (+23,7% rispetto al 2020 e -80% rispetto al 2019) (fig. 1), per un totale di 4.585.433 partecipanti3 (+14,7% rispetto al 2020 e -84,2% rispetto al 2019) – mediamente 53 persone per evento – e 6.798.425 presenze (+16,3% rispetto al 2020 e -84,3% rispetto al 2019).

La durata media degli eventi è risultata pari a1,34 giorni, analoga a quella del 2020 (1,36) e in leggera diminuzione rispetto al valore riscontrato nel 2019 (1,42).
L’andamento del mercato italiano non risulta molto differente da quello di altri paesi europei e in particolare della Germania 4 : infatti, le statistiche tedesche, sebbene presentino notevoli differenze metodologiche rispetto alla rilevazione OICE, indicano un incremento del numero di eventi in presenza e  ibridi rispetto al 2020 pari al 24,7% (-59,9% rispetto al 2019) e del numero partecipanti in presenza del 10,3% rispetto al 2020 (-83,9% rispetto al 2019).

L’analisi per area geografica
Il mercato dei congressi e degli eventi ha presentato anche nel 2021 significative differenze per area geografica sia nel numero di sedi offerte, sia nel numero e nei caratteri degli eventi ospitati.
Il Nord, che concentra il 52,5% delle sedi, ha ospitato il65,2% degli 86.438 eventi in presenza o in formato ibrido stimati a livello nazionale, con un aumento rispettoal 2020 pari al 28,9% (-77,3% rispetto al 2019); in particolare il Nord Ovest con 30.091eventi ha registrato l’incremento maggiore rispetto al 2020 (+33,1%),
mentre il Nord Est con 26.266 eventiè cresciuto del 24,4%.

La quota del Nord risulta pari al 64,1% del totale italiano in termini di partecipanti e al 60,2% in termini di presenze. Il Centro, che possiede il 25,5% delle sedi, ha ospitato il21,8% degli eventi complessivi, con un aumento rispetto al 2020 pari al 15,7% (-82,4% rispetto al 2019).

Il Centro presenta le minori percentuali di incremento rispetto al 2020 sia del numero dipartecipanti (+5,1%), sia del numerodi giornate (+11,5%) e di presenze (+10,7%).

Il Sud, che dispone del 13,9% delle sedi,ha ospitato il 9,4% degli eventi,registrando il minore incremento rispetto al 2020 (+13,2%); tuttavia grazie all’aumentodel numero di partecipanti (+21,9% rispetto al 2020) e  di giornate (+17,8%), rappresenta l’area con il maggiore incremento di presenze (+37,6%).

Le Isole – con l’8,1% delle sedi, diminuite del -2,6% rispetto al 2020 – hanno ospitato il 3,6% degli eventi e il 2,8% dei partecipanti; nonostante gliincrementi registrati rispetto al 2020 in termini di numero di eventi (+15,9%) e soprattutto di partecipanti (+35,7%), le Isole rimangono l’area che ha risentito maggiormente della pandemia subendo un decremento rispetto al 2019 pari al -89% in termini di eventi e pari al -89,7% in termini di partecipanti.

L’analisi per tipologia di sede

In Italia l’attività dei congressi e degli eventi presenta tradizionalmente differenze significative a seconda della tipologia di struttura e della capacità massima complessiva delle sedi.

Gli alberghi congressuali, che rappresentano il 68,4% di tutte le sedi analizzate, hanno concentrano il 72,8% degli eventi totali (contro l’80,9% del 2019), il 49,3% dei partecipanti e il 46,8% delle presenze. Gli alberghi, già notevolmente colpiti nel 2020, quando avevano ospitato l’84,5% di eventi in meno rispetto al 2019, rimangono nel 2021 la tipologia di sede maggiormente danneggiata dalla pandemia (-82% di eventi e -87,5% di presenze rispetto al 2019): a essere colpite sono sia le strutture di piccole dimensioni, ossia con una capacità complessiva massima di meno di 100 posti (il 28% degli alberghi totali), fortemente penalizzate dalle norme di distanziamento anti covid, sia gli alberghi con una capacità complessiva massima di oltre 2.500 posti che ospitavano grandi congressiinternazionali e nel 2021
registrano un calo di eventi pari al -83,4% rispetto al 2019.

I centri congressi e le sedi fieristico congressuali , che costituiscono il 2,3% delle sedi analizzate, hanno ospitato il 4,4% degli eventi totali, il 18,8% dei partecipanti e il 25,3% delle presenze totali, registrando tra le diverse tipologie di sede la minore riduzione di presenze rispetto al 2019 (- 77,5%). Occorre rilevare che
rispetto al 2020 i migliori risultati sono stati ottenuti dalle sedi fieristico congressuali, mentre i centri congressi hanno subito nel 2021 una leggera flessione del numero di eventi rispetto all’anno precedente (-1,2%) e registrato un numero di partecipanti sostanzialmente invariato (+0,9%).


Le dimore storiche non alberghiere (abbazie, castelli, antiche locande e casali, palazzi storici, ville, ecc.), che rappresentano il 7,8% delle sedi considerate, hanno ospitato il 3,6% degli eventi, registrando l’incremento maggiore tra le diverse tipologie di sedi (+67,8% rispetto al 2020), probabilmente avvantaggiate dalla disponibilità di ampi spazi all’aperto.

Le altre sedi (sedi istituzionali, spazi non convenzionali, arene e centri sportivi, teatri, cinema e auditori), che rappresentano il 21,5% delle sedi considerate, hanno ospitato il 19,2% deglieventi (-71,2% rispetto al
2019), il 27,5% dei partecipanti ( -82,2%) e il 24,2% delle presenze ( -82,1%).

Al loro interno i risultati migliori sono stati ottenuti dalle sedi istituzionali e dagli altri spazi per eventi (edifici pubblici, centri culturali, sedi universitarie, sedi camerali, centri studi, accademie, musei, sale di istituti ospedalieri, ecc.), che
costituiscono il 10,6% del totale delle strutture esaminate e che hanno ospitato il 10,8% degli eventi totali, l’11,9% dei partecipanti e l’11,1% delle presenze totali.

Gli spazi non convenzionali (sedi aziendali, parchi divertimenti, centri commerciali, stabilimenti termali, luoghi di enti religiosi, tenute agricole, ecc.), che rappresentano il 6,9% delle sedi considerate, hanno realizzato il 6,2% degli eventi e il 7,6% dei partecipanti.

Le arene e i centri sportivi , che rappresentano lo 0,7% delle sedi analizzate, hanno ospitato lo 0,2% degli eventi con un andamento stabile rispetto al 2020 e il 3,3% dei partecipanti totali, risultando l’unica tipologia di sede con una diminuzione del numero di partecipanti rispetto al 2020.

Infine, i teatri, cinema e auditori, che rappresentano il 3,3% delle sedi analizzate, hanno registrato risultati notevolmente migliori rispetto al 2020, ottenendo una quota del 2% in termini di eventi, del 4,7% in termini di partecipanti e del 3,5% rispetto alle presenze totali.

Con riferimento alla capacità massima complessiva delle sedi (tab. 9), appare chiaramente come le più colpite dalla pandemia risultino le sedi con meno di 250 posti totali, che hanno totalizzato il 28,3% degli eventi ospitati nel 2021 in Italia, con un aumento rispetto al 2020 pari solo al 5,5% e un decremento
rispetto al 2019 pari al -83%. Invece, le sedi con una capacità di oltre 2.500 posti hanno aument ato di ben il 73,2% gli eventi ospitati rispetto al 2020, registrando un decremento rispetto al 2019 del -72,5%.


LE TENDENZE DEL MERCATO SECONDO LE PERCEZIONI DELLE SEDI
PARTECIPANTI ALLA RILEVAZIONE
L’indagine condotta nel 2022, oltre a rilevare il numero di eventi ospitati dalle sedi e il relativo numero di partecipanti e di giornate, ha chiesto ai rispondenti di riportare:

1. con riferimento ai risultati del 2021
– in quale percentuale gli eventi ospitati hanno avuto un orizzonte di riferimento locale, nazionale o internazionale;
– in quale percentuale gli eventi ospitati sono stati di natura associativa, aziendale o istituzionale;
– l’andamento del numero totale di eventi ospitati e del fatturato per meeting nel 2021 rispetto al 2020,
indicando le percentuali di incremento o decremento;
– le misure adottate a seguito dell’emergenza Covid-19 usufruite dalla sede;

2. con riferimento alle previsioni per il futuro
– il periodo nel quale la sede prevede di tornare a ospitare eventi al livello pre-Covid;
– l’andamento delle tariffe del 2022 rispetto al periodo pre-Covid.
Hanno risposto ai quesiti riguardanti i risultati conseguiti nel 2021, con qualche differenza tra le diverse domande, 462 sedi che hanno ospitato almeno un evento, mentre hanno espresso la loro opinione sulle previsioni per il futuro 566 sedi, incluse quelle in cui nel 2021 non si sono svolti eventi.

2.1 La ripartizione in classi degli eventi in base alla provenienza geografica dei
partecipanti
secondo i dati forniti dalle sedi rispondenti, mostra che nel 2021 per il 71,8% delle sedi almeno il 50% del totale degli eventi ospitati ha avuto un ambito di riferimentolocale – ovvero con partecipanti in presenza provenienti prevalentemente dalla stessa regione in cui è ubicata la sede congressuale–
con un 40,8% delle sedi per le quali gli eventi locali hanno rappresentato almeno il 75% del totale; gli eventi con un orizzonte nazionale – ossia con partecipanti in presenza provenienti prevalentemente da fuori regione – hanno rappresentato almeno il 50% del totale per il 42,4% delle sedi, con un 22,8% che
ne ha ospitati per più del 75%, e meno del 25% del totale per il 31,6% delle sedi.

Solo poco più di un terzo delle sedi rispondenti (38,3%) ha dichiarato di aver accolto eventi internazionali con partecipanti in presenza provenienti in percentuale significativa dall’estero; tuttavia, per ben l’84,8% di queste sedi tali eventi hanno costituito meno del 25% del totale degli eventi ospitati

La ripartizione in classi degli eventi in base alla tipologia di ente promotore

Per quanto riguarda la tipologia di organizzazione promotrice degli eventi , l’analisi effettuata facendo riferimento ai dati forniti dalle sedi rispondenti evidenzia che nel 2021 il 63% delle sedi ha ospitato eventi aziendali per più del 50% del totale, con un 34,5% di sedi che ne ha ospitati più del 75%; gli eventi associativi hanno rappresentato una quota inferiore al 25% del totale per il 44,5% delle sedi rispondenti, e più del 75% solo il 13,1% delle sedi; infine ben il 57,5% delle sedi ha accolto eventi istituzionali in misura inferiore al 25% e solamente il 10,4% delle sedi ne ha ospitati per più del 75% del totale.