La Comunicazione del Food & Beverage (10) grazie a Giorgio Vizioli

Quando il prodotto non è salutare

Questa volta parliamo di un argomento scottante. Ovvero: Come comunicare prodotti food & beverage che sono certamente gustosi ma non certo da annoverare tra quelli salutari? Non facciamo nomi, sappiamo benissimo quali sono: basta chiedere al dottore come fare diminuire il colesterolo, come buttare giù la pancia, come affrontare senza troppa paura la prova costume.

E via dicendo.Uomini e donne, grandi e piccini, tutte le categorie di consumatori hanno i loro alimenti o bevande tabù.

Eppure, questi prodottisono spesso molto buoni. E vanno dal più trucido junk food a prodotti costosi e raffinati.

E, peraltro, se sono sul mercato vuol dire che in sé non sono dannosi. Dannoso è l’eccesso (ma anche sul concetto di eccesso non è facile mettersi d’accordo).

Quindi, cosa può fare il comunicatore che ha per le mani questa patata bollente (probabilmente fritta, unta e bisunta)?

Gli approcci sono sostanzialmente due.
Primo. Puntare sull’argomento che il nostro prodotto, pur non appartenendo alla categoria degli alimenti sani per definizione, è comunque preparato con cura e con attenzione a limitare l’eccesso delle componenti meno positive.

Quindi, sottolineare che ha la minore percentuali di grassi possibile, viene preparato senza olio di palma, con materie prime italiane e di prima qualità. Ponendo in evidenza come esso costituisca la versione light del prodotto originale,fa meno male e se ne può consumare un po’ di più senza rovinarsi la salute.

Questa strategia può andare bene, ma potrebbe anche togliere quella componente di trasgressività che contribuisce a rendere appetibile un prodotto. Se non è la versione originale, allora tanto vale non mangiarlo o berlo, potrebbe pensare il consumatore.

Allora proviamo la strada diametralmente opposta: se si deve peccare di gola tanto vale farlo,magari poco, ma bene. Perciò punteremo sulla garanzia che il prodotto sia fatto nel puro rispetto della tradizione, anche se la versione originale non è il massimo della leggerezza o del moderato tenore calorico.

In entrambi gli scenari, vi sono pro e contro, per di più disomogenei tra loro e quindi difficilmente confrontabili.
 
Occorre ragionare caso per caso, in funzione del target: quanto più il pubblico è maturo e di alto livello, tanto più si può spingere sul tasto del godimento.

Se invece i destinatari della comunicazione sono più giovani, più semplici, e quindi più fragili, si dovrà invece indirizzarli a porre attenzione alle virtù del prodotto dal punto di vista alimentaristico, oltre che a quelle del gusto.

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Giorgio Vizioli
Comunicatore e Giornalista, dal 1990 titolare dell’Agenzia Studio Giorgio Vizioli & Associati di Milano (www.studiovizioli.it), ha ricevuto il Premio “Ufficio Stampa di Eccellenza 2019” del GUS (Giornalisti Uffici Stampa) Lombardia
Membro del Comitato Direttivo del ClubMC

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