Il Giornalismo Ieri, Oggi, Domani (8) ad opera di Biagio Maimone

ll giornalismo partecipativo e il suo indubbio valore sociale e morale

Il giornalismo partecipativo è quella forma di giornalismo che vede “la partecipazione attiva” dei lettori grazie al fatto che i nuovi media permettono a moltitudini di persone di interagire,
di dialogare e collaborare nella descrizione di notizie e fatti di varia natura, soprattutto grazie ad internet.

Tale forma di giornalismo è nata alla fine degli anni novanta, fuori dalle redazioni, frutto della cultura partecipativa.

Si può dire che, grazie ai social,  il semplice cittadino si è trasformato in un reporter occasionale. Il lettore si trasforma in creatore del contenuto informativo e diventa  presenza attiva nel processo giornalistico.

Il giornalismo partecipativo, non vi è dubbio, che si confronti con una problematica di profondo rilievo, già insita nella natura dell’attività giornalistica, che consiste nella veridicità delle notizie e, pertanto, preoccupa il giornalista professionale, che è tenuto,  per deontologia professionale, a trasmettere notizie i cui contenuti siano obiettivi e non aleatori e che, pertanto, diventa supervisore scrupoloso delle notizie che attinge alla fonte dei social.

Difatti, è sempre il giornalista professionale a regolamentare il giornalismo partecipativo,
inserendolo nei canali autentici e rigorosi della comunicazione deontologica.

La notizia deve essere certa, non approssimativa, e, ancora più,  rispondente a verità. Occorre verificare, in definitiva, che non si tratti di una fake news.

Il giornalismo partecipativo si è diffuso negli Stati Uniti, in Europa e, quindi , anche in Italia.

Esso si fonda sull’idea di fare in modo che l’informazione diventi conversazione. Ciò è consentito dalla natura interattiva di internet, che permette direttamente lo scambio delle notizie e delle idee.

In Italia esistono  otto piattaforme di giornalismo partecipativo che attestano la sua ampia diffusione.
 
In questa rubrica mi preme prendere in considerazione il valore aggiunto che il giornalismo partecipativo ha prodotto per il giornalismo nel suo complesso.

Difatti, esso, per essere espressione di una moltitudine di fonti, ha consentito di superare la cosiddetta disinformazione relativamente ad alcuni fatti che si verificano nella società civile, istituzionale ed economica, proprio in quanto non resi noti per svariati motivi, tra cui la mancanza di fonti informative che li rendessero accessibili, ora esistenti grazie ai social.

Ciò significa che internet ed altri strumenti analoghi hanno permesso di arricchire le fonti informative che hanno veicolato notizie altrimenti lasciate nel silenzio, di cui il giornalismo non può non prendere atto, arricchendo la comunicazione di contenuti nuovi ed anche innovativi, che sono una lente di ingrandimento sugli eventi sociali rilevanti e meno notabili

Mi preme, inoltre, sottolineare come il giornalismo partecipativo, consentendo  l’introduzione attiva dei cittadini nel mondo della comunicazione, fa sì che il giornalismo da realtà selettiva e settaria si trasformi in un contesto democratico, tale in quanto dilata i suoi spazi alle infinite voci provenienti dalla società civile, anche se non professionali, tuttavia veicolo di notizie di varia natura.

Ne scaturisce un fenomeno di carattere senz’altro positivo, in quanto arricchisce il giornalismo, facendo in modo che un fatto sia reso noto da molteplici fonti,  permettendo, nel contempo, una maggiore conoscenza dello stesso per quanto attiene ai suoi particolari, superando, in tal modo, la non completezza che una sola fonte potrebbe far sorgere.

E’, in poche parole, possibile una verifica maggiormente approfondita di quanto non sia possibile per una notizia proveniente da una sola fonte o da poche e scarse fonti.

D’altra parte, si rileva come il giornalismo che può attingere alle innumerevoli voci dei cittadini consenta di eliminare tanti privilegi connessi alla comunicazione, la quale faccia derivare i suoi contenuti da un ambito ristretto di notizie.

Per tale motivo viene ridotta la sfera di intervento del potere sulla notizia, che fa sì che si riportino solo quelle news utili ai centri di potere e non altre poco gradite a chi regge il “comando” nelle sue varie espressioni.
 
Ciò significa allargare gli spazi alla verità, che può emergere, ancor più, se le fonti della notizia sono numerose e le dichiarazioni che la riguardano sono altrettanto numerose.

Significa, altresì, passare dal chiuso della redazione dei giornali al contesto sociale, andare tra la gente di cui si ascolta la voce autentica, senza filtri di alcun tipo.

Significa anche che narratori della realtà diventano i cittadini, i quali vivono i fatti sulla propria pelle e desiderano un intervento risolutivo delle varie problematiche da parte degli organismi preposti.

Ciò diventa possibile in quanto si crea un coro altisonante che richiama l’attenzione di chi amministra la società civile, sia politicamente, sia giuridicamente.

I social diventano, pertanto,  l’altoparlante dei cittadini.

E’ ben evidente come il giornalismo subisca un forte impulso da parte della società civile diretto a far luce sulla realtà più di quanto non facesse prima dell’avvento dei social.

Si può affermare, pertanto, che il giornalismo partecipativo influisca, in modo considerevole, sull’evoluzione del giornalismo in direzione di un suo percorso sempre più democratico ,
in quanto a favore dei cittadini, le cui voci provenienti dalla realtà vengono ascoltate e diffuse dagli organismi più autorevoli del mondo della comunicazione, sicché, a nostro avviso, il giornalismo diventa, sempre più,  giornalismo di elevata qualità sociale e morale.
 
Emerge, inoltre, un altro fenomeno che si configura come l’eliminazione del  privilegio che pochi hanno di essere informatori, ossia casta privilegiata dell’informazione

Non vi è dubbio, inoltre, che le numerose fonti informative consentiranno di svelare tutti i fatti, che nella società civile si verificano, evitando che essi restino nascosti nelle trame segrete del tessuto sociale, politico ed economico.

E’ indubbio che le ingiustizie vengano narrate sempre più e smascherate, sicché il controllo della giustizia sociale e della inclusione potrà essere realizzato grazie anche all’intervento del  giornalismo partecipativo.

I lettori della realtà sono tantissimi e permetteranno, narrando i fatti che in essa si verificano, di migliorarla,  portando allo scoperto i suoi mali, scoraggiando, pertanto, coloro che
li compiono, in quanto tutto viene raccontato.

Il giornalismo partecipativo diventerà, sempre più, la lente di ingrandimento dei fatti che si verificano nella vita dei cittadini.

Il valore morale del giornalismo partecipativo consiste nell’essere detonatore della verità, proprio in quanto il giornalista di professione non può tacere una notizia di cui
tantissimi cittadini scrivono, rendendola nota.

In tal modo, il pluralismo delle fonti diviene vita democratica e fattore propulsivo di verità costruttiva, in quanto  disvelamento dei misfatti sociali.

Appare evidente che, attraverso il giornalismo partecipativo può essere, sempre più, incoraggiata la lotta alla barbarie sociale, giacché è vero che tale forma di giornalismo, svelando, con un flusso dirompente di notizie, tutti gli aspetti poco noti  della vita quotidiana, facilita il processo di civilizzazione, già in atto da parte del giornalismo professionale

Non vi è dubbio, difatti, che la società civile, mediante i social, smaschera il male e lo condanna.
Possiamo affermare che la democrazia comunicativa, ossia il giornalismo che attinge alle fonti autentiche e verificate  dei cittadini, contribuirà al  miglioramento della società umana e la farà progredire verso forme sempre più elevate di giustizia.

di Biagio Maimone
Giornalista e comunicatore, grande esperto di uffici stampa, inviato del quotidiano America Oggi, direttore responsabile di Marketing Journal e Segretario Generale del ClubMC (<a href=”http://www.clubmc.it”>www.clubmc.it</a>)
<a href=”mailto:biagio.maimone@gmail.com”>biagio.maimone@gmail.com</a>

#biagiomaimone #giornalismo #giornalismoierioggidomani #clubmc #marketingjournal #daniloarlenghi