Il Giornalismo Ieri, Oggi, Domani (14) ad opera di Biagio Maimone

La cronaca giornalistica

<strong>ll Giornalismo sportivo e la sua evoluzione verso la “retorica dell’avvenimento”</strong>

Il giornalismo sportivo narra lo sport nelle sue varie declinazioni. Esso, al suo sorgere, venne considerato un genere di giornalismo “minore”, ossia  di importanza secondaria e solo successivamente è assurto ad un livello di notevole rilievo, considerato il valore  economico e sociale che, con il passare degli anni, ha conquistato.

Lo sport per essere raccontato si avvale del contributo del giornalista, del commentatore e dell’inviato.

Le origini del giornalismo sportivo affondano le proprie radici nel periodo storico della seconda metà dell’Ottocento.

Il Bollettino trimestrale del Club Alpino di Torino, nel 1865, fu il primo periodico dedicato allo sport.

La ginnastica era l’argomento principale in seguito all’introduzione dell’educazione fisica nelle scuole, che segna l’inizio di un percorso che culminerà  nell’epoca contemporanea,  attribuendo allo sport un primato nell’ambito delle  attività ludiche e, nel contempo, nell’ambito delle attività economiche.

Man mano nacquero diverse testate che informavano in merito alle decisioni che il governo assumeva per le attività sportive.

Ed ecco comparire nelle pagine dei giornali la parola “sport”, che divenne uso comune.
Il primo giornale europeo che si occupava di tutti gli sport nacque a Milano, con il nome “Lo sport illustrato”.

Nacque anche  la prima rivista dedicata ai velocipedi, denominata “La rivista velocipedistica”.

La Gazzetta dello Spot, che divenne il primo quotidiano sportivo italiano,  nacque il 3 aprile 1896.

Adolfo Cotronei e Vittorio Argento, nel 1902, fondano “Tribuna Sport”, che fu il giornale sportivo del Meridione d’Italia
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Nel 1902 nasce a Torino “La Stampa Sportiva” come supplemento del giornale “La Stampa”.
Lo sport divenne fenomeno di massa dopo la Prima Guerra Mondiale.

Molti studiosi sostengono che la divulgazione dello sport a vasto raggio era il mezzo attraverso cui le nazioni, guidate da totalitarismi, tenevano lontano l’opinione pubblica dal dibattito politico, dirigendola verso argomenti sportivi.

Vi fu, pertanto, una lettura strumentale dello sport, tuttavia confutabile in quanto è vero che lo sport crea euforia e divertimento , nonché senso di  benessere, contrapposti alla tristezza che gli eventi bellici diffondono.

Lo sport diviene un fenomeno in cui la massa si riconosce per gli aspetti gioiosi che lo caratterizzano, legati ad una sana competizione, certo non bellicosa.

Dopo la caduta del fascismo, in Italia,  operano quattro quotidiani che diffondono solo notizie sportive.

Essi sono: La Gazzetta dello Sport a Milano, Tuttosport, a Torino, il Corriere dello Sport, a Roma e Stadio, a Bologna.

E’ un primato europeo, ancora non superato, in quanto nessuna nazione europea ha un numero eguale di quotidiani, dedicato al mondo dello sport.

Nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta anche il Corriere della Sera e Il Giorno decisero di offrire uno spazio maggiore all’informazione inerente ai fatti sportivi.

L’informazione sportiva, in seguito alla nascita della radio e della televisione, subì una notevole trasformazione.

La televisione, infatti, raccontò in diretta gli eventi connessi ai Campionati mondiali di calcio del 1958 e alle Olimpiadi di Roma del 1960, battendo sul tempo i giornali.

Nasce, pertanto, l’esigenza di dar vita ad un nuovo modo di fare giornalismo sportivo, tenuto conto dei suddetti eventi.

Era necessario unire cronaca e critica, narrazione e analisi dei fatti sportivi. Ed ecco nascere la cosiddetta “retorica dell’avvenimento”.

I fatti sportivi vengono rielaborati con l’intento di rendere nuove cose già note,  al fine di stimolare l’immaginario del lettore ed attirarlo sempre più. Tale modo di procedere, ossia la “retorica dell’avvenimento” diviene la caratteristica principale del giornalismo sportivo.

Il linguaggio, in poche parole, arricchisce i fatti, senza distorcerli, per rendere più avvincente la narrazione.

Anche internet ha contribuito ad arricchire sempre più il racconto, essendo un “serbatoio” di notizie.

Ed ecco il ricorso, da parte del giornalismo sportivo, a metafore e a parole nuove che sono state,via via, assimilate dal linguaggio quotidiano.

Non è raro il ricorso all’informazione statistica per tracciare lo sfondo che circonda le vicende sportive.

Si decide di portare a conoscenza dei lettori anche la vita personale degli sportivi, attuando il cosiddetto “understatement” per far in modo che il lettore veda il proprio beniamino come una persona e non come un mito molto distante da sé.

E’ ben evidente come il giornalismo sportivo permetta il ricorso alla creatività, da intendersi come narrazione che fa proprio un linguaggio che colora gli eventi sportivi per renderli maggiormente maestosi ed avvincenti, pur nel rispetto dell’obiettività dei fatti.

La narrazione si impreziosisce di metafore e gioiose linee descrittive, che certamente rendono omaggio al mondo dello sport, che, per sua natura e finalità, tende a creare fan e proseliti, alla stregua di uno spettacolo rivolto ad un ampio pubblico che assiste agli eventi sportivi per motivi ludici e, pertanto, gioiosi.

La libertà stilistica, in definitiva, rimanda ai valori libertari, di cui lo sport è testimonianza, in quanto esso fa della competizione un momento di condivisione, di spazio democratico di partecipazione collettiva, non certamente un momento conflittuale, ma espressamente inclusivo e partecipativo.

di Biagio Maimone
Giornalista e comunicatore, grande esperto di uffici stampa, inviato del quotidiano America Oggi, direttore responsabile di Marketing Journal e Segretario Generale del ClubMC (www.clubmc.it)
biagio.maimone@gmail.com

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