Il Giornalismo di Ieri, Oggi, Domani (21) ad opera di Biagio Maimone

“Silly Season”, il giornalismo dei mesi estivi 

In estate i lettori fruiscono delle ferie, si recano in località turistiche, cambiano stile di vita cercando momenti di vera e propria ricreazione e rigenerazione fisica e pongono in un angolo qualsiasi problema della vita quotidiana.
 
Anche le attività lavorative  si riducono nelle grandi città, le attività governative attraversano un momento di riposo e le notizie che le riguardano, pertanto, sono davvero poche o poco rilevanti.
 
Ne consegue un vuoto di notizie, di fatti, che urge di essere colmato. Ed ecco nascere il cosiddetto giornalismo dei mesi estivi, definito in inglese “Siilly Season”, che riporta notizie frivole, molto spesso non veritiere o addirittura grottesche. Il termine “Silly Season ” venne formulato nel 1861.
 
Gli articoli dei mesi estivi spesso si configurano come “minacce alla società” che creano il cosiddetto “moral panic”. 
Vi è anche il ricorso alla cronaca nera.
 
Si ricorre, da parte di un certo giornalismo, a veri e propri escamotage per attirare l’attenzione dei lettori e, pertanto, consentire che la vendita dei giornali non debba subire un decremento dannoso.
 
E’ come se il giornalismo mettesse in atto la strategia delle “bufale” per continuare la sua attività economica.
 
Ricorrendo a tale strategia comunicativa, propria dei mesi estivi, si possono, tuttavia, ingenerare anche serie problematiche in quanto può verificarsi che storie vere possono essere considerate inventate e, viceversa, storie fasulle possono essere credute vere  dai lettori.
 
Nell’ambito sportivo è molto utilizzato il giornalismo “Silly Season”.
 
E’ come se  parte del giornalismo prendesse in giro se stesso, diventando clownistico, narratore di fake news.
 
Può sembrare un paradosso, considerato la deontologia che caratterizza il giornalismo.
 
Cosa dire, allora?
Non tutti i giornalisti guardano con occhio benevolo al “Silly Season”, in quanto vedono minacciata la serietà del giornalismo.
 
Tuttavia i lettori sono indulgenti rispetto al “Silly Season”, in quanto consapevoli del fatto che l’estate è la stagione del divertimento, delle vacanze ed  accettano che anche il giornalismo serio vada in vacanza, insieme ai lettori, regalando loro frivolezze e motivi per cui ridere e vivere con maggior serenità le loro vacanze.
 
Potremmo definire il giornalismo “Silly Season” il giornalismo goliardico e scherzoso, “gossip” al servizio  dell’atmosfera delle vacanze.
Nei paesi del Nord America il giornalismo estivo è definito “Slow Season”, o “Dog Days of summer”, in tedesco è definito” vuoto 
di notizie”, in francese è definito “la  stagione morta” o “la stagione delle castagne”, in svedese “la siccità di notizie”.
 
In tante altre nazioni viene definita “stagione dei cetrioli”, in quanto veicolo  di notizie frivole.
 
E’ ben evidente come il pubblico sia a conoscenza della trasformazione a cui dà vita il giornalismo, relativamente ai propri contenuti, nel periodo estivo  .
 
Non tutti i giornali aderiscono a tale metamorfosi, proprio in quanto non mancano le notizie da portare a conoscenza dei lettori, perché la vita è in continuo movimento e non si arresta certamente d’estate. Pensiamo al periodo storico nel quale viviamo. 

Tante ed importanti, quantunque dolorose, sono le notizie da trasmettere alla popolazione che, anche sotto l’ombrellone desidera conoscere le sorti della propria nazione e dell’ intera umanità.
 
Ma è anche vero che alcuni giornalisti amano la satira e la stagione estiva si presta, per sua natura, ad accoglierla favorevolmente.
 
Le varie forme di giornalismo, quello dei fatti veri e quello dello scherzo e della notizia “scherzosa”, spesso convivono e ciascun lettore legge il giornale con occhio critico e da esperto conoscitore dei fatti della vita, comprendendo quale sia la notizia vera e quale quella burlesca e ciarlatana.
 
Possiamo affermare che il giornalismo è davvero un mondo variegato, una finestra sull’umanità, di cui coglie usi, abitudini e frivolezze, ma è anche lettura seria e particolareggiata, anzi storica,  della realtà di tutti i giorni, siano essi invernali o estivi, che  non fa deroghe sulla verità dei fatti.
 
Il giornalismo è la vita in cammino, che coglie ogni aspetto dell’esistenza.
 
Tocca al lettore comprendere quale filone giornalistico resta sempre fedele a se stesso e alle sue ferree regole deontologiche. 
 
di Biagio Maimone 

Giornalista e comunicatore, grande esperto di uffici stampa, inviato del quotidiano America Oggi, direttore responsabile di MarketingJournal.it  e Segretario Generale del ClubMC (www.clubmc.it)
biagio.maimone@gmail.com

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