“Pocket Advertising” – La pubblicità in tasca (2) Bigino a cura di Alessandro Bastone

La storia della pubblicità antica

Ecco il primo annuncio pubblicitarioa mezzo stampa della storia, datato nel 1479 e fatto dell’editore inglese William Caxton per pubblicizzare i propri libri.

La pubblicità vera e propria nasce quando l’aumento della produzione, la varietà dei prodotti e la concorrenza fra imprenditori impongono una maggiore informazione degli acquirenti, perciò con la rivoluzione industriale.

Bensì la pubblicità ha origini molto più antiche e si lega a un elemento decisivo: la scrittura. Appena c’è stata la possibilità di sfruttare simboli su un supporto si è parlato di attività pubblicitaria e non più di semplice passa parola.

Addirittura, reperti archeologiciritrovati sui muri di Pompei dichiarano che feste, gare sportive, e bagni pubblici venivano già annunciati e acclamati pubblicamente.Nel Medioevo era famosa la figura del Banditore, ma la svolta c’è stata solo con la possibilità di pubblicare in modo continuo un annuncio.

Si deve però attendere il 1630 per vedere la nascita di un vero e proprio servizio pubblicitario. L’idea è del parigino T. Renaudot che fonda una gazzetta per raccogliere e pubblicare annunci pubblicitari a pagamento.

Vent’anni dopo in Inghilterra esce il Mercuriuspoliticus, una rivista con cadenza settimanale. Da allora i fogli con annunci pubblicitari si sono diffusi in tutto il mondo, andando di pari passo con la produzione in massa di merci industriali.

La stampa è stata la svolta. La possibilità di creare, in riproduzione continua, manifesti e volantini rende tutto più semplice. Così nella seconda metà dell’800 nascono due grandi canali di comunicazione:    
•    i quotidiani, dove appaiono sempre più frequentemente le inserzioni pubblicitarie
•    i manifesti, dove si mescolano immagine, la parola e il colore.
La pubblicità e i suoi principi sono radicati nella società fin dalla nascita della parola.

Già Cicerone diceva che il bravo oratore deve sì informare (docere o probare), ma deve anche intrattenere (delectare) per conquistarsi attenzione, e deve coinvolgere emotivamente (movereoflectere) per guadagnarsi l’adesione del pubblico.

di Alessandro Bastone – Responsabile ClubMC Young delegato al Marketing

clubmc@royaltime.it