Le aziende pagano gli sconti e le promozioni sui prodotti nei supermercati. E’ un bene?

Negli ultimi anni sono aumentati i contributi promozionali che le aziende alimentari versano ai supermercati per incrementare la vendita dei loro prodotti. Secondo stime accreditate l’introito varia dall’1,6 sino al 16% del fatturato.

I sistemi di promozione sono vari.
C’è la possibilità di posizionare i prodotti sugli scaffali che hanno la migliore visibilità, c’è l’inserimento delle foto nei volantini che vengono consegnati ogni settimana nelle caselle della posta.
Ci sono le offerte promozionali, i 3×2 e gli sconti speciali.
C’è anche un contributo straordinario che le aziende versano ogni qualvolta viene lanciato un nuovo prodotto per convincere la catena di supermercati a inserirlo sugli scaffali.
In altre parole le catene di supermercati vendono spazi e servizi promozionali al miglior offerente e la spesa incide inevitabilmente sul prezzo finale.

Questo meccanismo di sconti e di promozioni, sconosciuto ai consumatori, riguarda soprattutto le catene in grado di attirare molte persone e con un buon livello di  vendite.

Il valore totale di questi contributi nella grande distribuzione organizzata e molto consistente all’anno.

Tutte queste operazioni però non sono gratuite, ma contribuiscono inevitabilmente ad incrementare il prezzo stabilito nei contratti firmati dalle parti.

Da almeno dieci anni si parla di eliminare i contributi promozionali, favorendo così la riduzione del prezzo, ma purtroppo questa logica commerciale continua e viene applicata dalla maggior parte degli operatori.

Una volta i discount non facevano promozioni e non seguivano logiche di vendita così gravose. Adesso però sembra che anche loro abbiamo iniziato a lavorare in un’ottica di promozione ricevendo contributi da parte delle imprese.