La provocazione e lo humor in pubblicità: 5 punti di Miky Degni

In tempi di crisi vince la provocazione?
In periodi di difficoltà economica vince la creatività.

1) La provocazione come linguaggio per suscitare il senso critico di chi osserva.
Ne parlo in questo breve articolo suddiviso i cinque punti. Sicuro di solleticare il palato di qualche perbenista che non sarà d’accordo.
La discussione è aperta a tutti quelli che vorranno dare il proprio contributo professionale, pacato e argomentato.

2) L’utilizzo dello humour è giustificato anche dal contesto,
per cui in periodi di difficoltà economica si è più propensi a scegliere nuove strade per attrarre nuovi clienti.

3) Le motivazioni che spingono a scegliere di comunicare attraverso l’umorismo e la provocazione concernono innanzitutto
la posizione dell’azienda e i suoi obiettivi. Se si vuole ottenere visibilità, bisogna investire in creatività.

4) L’umorismo richiama l’attenzione, la provocazione genera un pensiero critico nell’utente che aumenta l’apprezzamento della marca.
La pubblicità così esplicita il suo codice giocoso e istituisce una relazione di complicità.

5) Inoltre questo linguaggio è un’utile arma di differenziazione per posizionarsi sul mercato
in modo originale e di costruzione di un’immagine forte.
L’umorismo e la provocazione stimola l’intelligenza dell’utente richiedendo uno sforzo di comprensione.
L’utente finale sarà così attivo e propenso ad associare il nome del prodotto ad un mix di ironia e intelligenza.

di Miky Degni
SEGNIDEGNI – Comunicazione & Creatività dal 1990

MANAGEMENT:
Party Round Green
Danilo Arlenghi 393.9402049
daniloarlenghi@partyround.it
www.partyround.it

#mikydegni #segnidegni #partyround #partyroundgreen #daniloarlenghi #clubmc #marketingjournal