La Comunicazione del Food & Beverage (8) grazie a Giorgio Vizioli

Comunicare distillati e liquori: intervista a Monica Walch</strong>

Come comunicare il distillato è un tema intrigante: in pochi anni, infatti, questo mondo si èconsiderevolmente evoluto, soprattutto in termini di qualità e originalità delle proposte.
Per saperne di più, abbiamo intervistato Monika Walch, consulente d’azienda, esperta nel marketing e nella comunicazione dei distillati.

<a href=’https://www.marketingjournal.it/wp-content/uploads/2022/02/monika-walch.jpg’><img src=”https://www.marketingjournal.it/wp-content/uploads/2022/02/monika-walch-237×255.jpg” alt=”” title=”Monika Walch” width=”237″ height=”255″ class=”alignnone size-medium wp-image-46269″ /></a>

Vediamo le evoluzioni importanti del settore.

Prima sfida: come sdoganarsi dal concetto classico della grappa?

Direi che questa sfida è vinta. L’immagine semplice, rustica, che la grappa si portava addosso da sempre, è stata radicalmente cambiata a partire dagli anni Ottanta, con l’introduzione delle grappe monovitigno di alta qualità, che ha dato una spinta fortissima verso l’alto all’immagine della grappa in generale.

Seconda sfida: come sdoganare gli amari e i liquori dal loro ruolo tradizionale?

L’Italia produce amari e liquori di ottima qualità e con ricette storiche. Il posizionamento della maggior parte di questi prodotti era (ed è)però rivolto a un pubblico di adulti per momenti di consumo classici. Qui deve ancora essere fatta molta strada, anche se alcune aziende si sono introdotte con successo nel mondo degli aperitivi e cocktail.

Terza sfida: come partecipare, come produttori italiani, al mondo dinamico dei distillati internazionali?

La frizzante evoluzione del mondo del gin iniziata negli anni Duemila ha prodotto proposte davvero interessanti, con sfumature nuove e storie coinvolgenti. Alcuni produttori hanno saputo associare le loro creazioni a un modo di proporre dinamico, più giovanile e al tempo stesso più ricercato: in collaborazione con bartender sapienti e teatrali hanno iniziato a comunicare il loro prodotto, la sua storia, gli utilizzi, l’atmosfera.

In contemporanea con il gin, sono entrati in scena anche rum e whisky: distillatori piccoli e più grandi che hanno proposto prodotti di nicchia, sempre raccontando storie davvero coinvolgenti.

E in termini di comunicazione?

Per comunicare con efficacia, lo strumento essenziale è il passaparola ad alto livello: da testimonial top a testimonial top, per poi allargarsi ai consumatori più sensibili.

Quali strumenti è bene utilizzare?

Ne suggerisco tre: canali premium (ristoranti, enoteche, winebar dedicati), bartender (per comunicare gli utilizzi nei cocktail,anche creati appositamente) e social media: Facebook, Instagram, Linkedin sono le reti dove ci si scambiano notizie e novità su distillati, degustazioni, eventi.

Le parole sono importanti…

Ecco, la parola importante per comunicare i distillati è “degustare”, gustare, anziché “bere”.

Il“bere” grappa o distillati includeva più o meno marcatamente un concetto di eccesso di consumo di alcol.
Mentre il “degustare” un distillato esprime un piacere da intenditori e da condividere.

E i giovani?

Quando parliamo di ringiovanire la comunicazione ci riferiamo sempre a un pubblico adulto. È molto importante,anzi sottolineare che produttori e distributori italiani non hanno mai approcciato i giovani, studiando campagne pubblicitarie, di marketing e di comunicazione per target di età superiore ai trent’anni, avendo ben presente la loro responsabilità.

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Giorgio Vizioli
Comunicatore e Giornalista, dal 1990 titolare dell’Agenzia Studio Giorgio Vizioli & Associati di Milano (www.studiovizioli.it), ha ricevuto il Premio “Ufficio Stampa di Eccellenza 2019” del GUS (Giornalisti Uffici Stampa) Lombardia
Membro del Comitato Direttivo del ClubMC
<a href=”mailto:giorgio.vizioli@studiovizioli.it”>giorgio.vizioli@studiovizioli.it</a>