Il Giornalismo Ieri, Oggi, Domani (7) ad opera di Biagio Maimone

Il rapporto del giornalismo con la società ed il potere

Il giornalismo, pur adottando diverse forme e diversi mezzi comunicativi, si pone, sin dalla sua nascita, essenzialmente, come portavoce della storia del cittadino e della società civile  e, nel contempo, si relaziona con il potere nelle sue varie forme e non può non farlo per sua intrinseca natura, giacché esso è comunicazione diretta ad ogni singolo cittadino e a tutti gli organismi privati e pubblici.

Si può dire che il giornalismo raccontando i fatti che si verificano quotidianamente assume una veste che lo rende divulgatore degli eventi sociali, civili, economici e politici, sicché è gioco forza che entri in relazione con il potere, sia esso politico ed istituzionale, sia esso economico.

Tale rapporto lo fa assurgere al piano di un “potere” più elevato degli altri poteri, che gli deriva anche dal raccontare l’operato di chi esercita il potere o dal raccontare i fatti realmente accaduti con quella necessaria obiettività, senza quei filtri che il potere vuole imporre per salvaguardare se stesso.

Per tale ragione, si osserva come il potere politico ed economico, molto spesso, cerchi di condizionare le testate, sia attraverso aiuti economici, sia cercando di fornire scarne informazioni sull’operato dei centri di potere.

Il giornalismo, tuttavia, per sua natura, rivendica, da sempre, un’autonoma via espressiva e spesso rimarca, con vigore, la sua reale missione, che lo pone super partes.

E’ ben noto che ciò non vale per tutti coloro che fanno giornalismo, che ,spesso, si lasciano condizionare dal potere in quanto ne ricavano benefici.

Ma esiste un giornalismo che ci piace definire giornalismo “DOC”, proprio in quanto strettamente legato alla narrazione dei fatti nella loro interezza, senza mistificazione alcuna.

Sono ben noti il giornalismo “di inchiesta” ed il giornalismo “di analisi”,  attualmente molto affermati, che, per i loro obiettivi, realizzano quella conoscenza dei fatti che altri organismi, condizionati dal potere, spesso non intendono perseguire.

Ed è proprio grazie a tale giornalismo  che è stato possibile smascherare molti misfatti accaduti nel contesto sociale e nel mondo politico ed economico.
Il bullismo, che è un male che vive nel cuore della nostra società dal suo nascere, molto spesso taciuto, è diventato, sempre più, oggetto di denuncia da parte di tale  giornalismo ed anche  la corruzione è stata portata sulle pagine dei giornali.

Altrettanto rilevante è stata la denuncia, da parte di tale forma di giornalismo, che noi desideriamo definire  “giornalismo di elevati contenuti  morali e di profondo vigore  comunicativo”, della violenza perpetrata contro le donne, anche questa spesso molto taciuta e, quindi, poco conosciuta. Possiamo affermare che il giornalismo giunge dove la magistratura spesso non arriva, perché condizionata dalla politica e da altre forme di potere,  molto più di quanto lo sia il giornalismo che può rimanere esente da infiltrazioni del potere.

Il giornalismo, pertanto, diviene lo strumento comunicativo per eccellenza in quanto può farsi fautore di quella giustizia sociale spesso elusa.

Sappiamo tutti quanto efficaci siano gli interventi giornalistici finalizzati a rendere noto un’ingiustizia, sia essa sociale, sia essa individuale.
 
Non a caso il giornalismo viene definito il quarto potere.
Tuttavia è solo il giornalismo “di alta qualità”, come ci piace definirlo, a farsi promotore di  giustizia sociale e di intervento etico nella società, narrando la realtà dei fatti, senza commistione alcuna.

Il giornalismo diventa, in tal modo, fonte nobile di informazione e, nel contempo, di edificazione di quella giustizia sociale che i vari poteri tendono ad eludere perché ad essi  spesso non proficua .

Il “giornalismo nobile”, come ci piace anche definirlo, porta allo scoperto ciò che altrimenti resta avvolto nel silenzio, creando, in tal modo, solchi profondi nella società che possono condurre al suo miglioramento.

La povertà, le donne, i bambini, gli anziani e i deboli, attraverso il giornalismo nobile recuperano la loro voce seppellita dalla violenza che vive nel tessuto sociale, anche dove appare impossibile che essa agisca dando vita a gesti disumani ed ingiustizie indicibili.

Il giornalismo nobile diviene, in tal modo, la voce della società, che può recuperare quella dignità che, spesso, le viene negata.

Molti definiscono tale narrazione  “giornalismo d’inchiesta” , noi desideriamo definirla “giornalismo nobile”, come su esposto, proprio in quanto un fatto realmente accaduto,  narrato nella sua interezza, senza alterazione alcuna, facendo appello al dovere di verità quando si comunica, è esso stesso indagine della realtà, specchio della realtà.

Divenire specchio della realtà significa per il giornalismo portare alla luce il bene e il male che vive nella società e, pertanto, tarpare le ali a chi pensa di poter imbruttire la realtà senza essere visto ed osservato. Scoraggiare il male diventa, pertanto, la finalità nobile del giornalismo.

La storia di ogni giorno è narrata, come realmente accade, dal giornalismo che fa proprio il valore della dignità umana e il valore della verità e della  giustizia, in quanto capisaldi dell’emancipazione umana.

Possiamo, pertanto, senza sbagliarci, affermare che esiste un modello giornalistico foriero dei valori umani e dello sviluppo sociale, economico e politico che realizza il bene collettivo.

Mi piace definire tale modello giornalistico con un ulteriore termine, quello che prediligo, ossia “giornalismo dal volto umano”, a cui ognuno può affidare la propria aspirazione profonda a veder realizzati i propri sogni relativamente all’edificazione del “migliore dei mondi possibili”.

di Biagio Maimone
Giornalista e comunicatore, grande esperto di uffici stampa, inviato del quotidiano America Oggi, condirettore di Marketing Journal e Segretario Generale del ClubMC (<a href=”http://www.clubmc.it”>www.clubmc.it</a>)
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