Il Giornalismo Ieri, Oggi, Domani (12) ad opera di Biagio Maimone

Il Giornalismo investigativo

Con il termine di  giornalismo investigativo si definisce quell’attività giornalistica la quale si attua nei termini di lavoro d’inchiesta e di investigazione,  relativamente alle vicende trattate.

Il giornalismo investigativo nasce negli Stati Uniti D’America nel 1890 e si afferma definitivamente nel 1920.

Fu denominato “muckraker”, che significa “spala-letame” proprio in quanto finalizzato a smascherare fatti scandalistici

Creò molto scalpore la nascita di un giornalismo che svelasse notizie che portavano in luce comportamenti non leciti agiti da parte di personaggi legati alla politica, alla vita economica e sociale, in ambiti in cui tutto è assoggettato al riserbo e da cui  l’informazione, quasi sempre, è tenuto lontana, in quanto temuta per il fine divulgativo ad essa connesso.

Fra i più famosi giornalisti investigativi si colloca Ida Tarbell, la quale scrisse articoli sulla corruzione del presidente della Standard Oil, John D. Rockefeller,  sulla rivista McClure’s.
Sempre in America Lincoln Steffens e Ray Stannard Baker realizzarono inchieste sulla corruzione in alcune città.

Le riviste Cosmopolitan e Collier’s Weekly portarono a conoscenza dell’opinione pubblica la corruzione nel Senato degli Stati Uniti e le frodi farmaceutiche.

Si affermò, successivamente, una  particolare forma di giornalismo investigativo, che venne definito “sotto copertura”, proprio in quanto il giornalista si introduceva, sotto mentite spoglie, in ambiti sospetti per smascherare scandali, come fece la  giornalista statunitense Nellie Bly, autrice di una famosa inchiesta pubblicata sul New York World di Joseph Pulitzer.

Nellie, difatti, si finse pazza e si fece internare nel manicomio femminile di Women’s Lunatic Asylum su Blackwell Island, per far conoscere le condizioni in cui erano tenute le donne e per costringere le autorità ad intervenire.

In Italia, nel 1970, si affermò un giornalismo d’inchiesta d’assalto, i cui giornalisti furono definiti “pistaroli” utilizzando tale termine in senso  dispregiativo, i quali seguirono tutti gli avvenimenti che si verificarono in Italia, a partire dalla strage di Piazza Fontana, nel 1969.

Tra essi si annoverano Marco Nozza, Guido Nozzoli, Filippo Abbiati e Gian Pietro Testa de “Il Giorno”, Gianni Flamini di “Avvenire”, Giulio Obici di “Paese Sera”, Marco Sassano di “Avanti”,  Giuliano Marchesini di “La Stampa”, Umberto Zanatta di “Stampa Sera”, Italo Del Vecchio de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, Giorgio Sgherri de “L’Unità”, Fabio Isman de “Il Messaggero”, Mario Cicellyn de “Il Mattino”, e anche Marco Fini, Ibio Paolucci, Nando Pensa, Adolfo Fiorani, Marcella Andreoli, Corrado Stajano, Giorgio Bocca e Camilla Cederna.

Qualsiasi sia il tema trattato, ciò che connota principalmente il giornalismo investigativo è l’attività d’inchiesta collegata alla sua divulgazione, ossia far  conoscere fatti che l’opinione pubblica ignora o meglio i fatti nella loro realtà, senza filtri.

E’ ben evidente il fine di scoraggiare la corruzione e gli scandali in ambiti in cui essi non devono assolutamente verificarsi.
 
Il giornalista investigativo si basa su una ricerca di informazioni fondata sulle fonti primarie, relative ad un dato fenomeno. Ciò significa che egli si reca dalle persone coinvolte direttamente in un dato evento, spesso entrando in rapporto con fonti confidenziali.

Per tali caratteristiche, il giornalismo investigativo si presta ad esser svolto più agevolmente da freelance, svincolati dai tempi di redazione o da giornalisti di inchiesta interni alle testate, con un ampio margine di tempo e libertà d’azione.

Tra le tematiche affrontate dal giornalismo d’inchiesta vi sono quelle riguardanti le attività della sfera criminale, come il terrorismo, il crimine organizzato, il traffico di esseri umani, l’economia canaglia, i temi riguardanti la corruzione, come i misfatti delle multinazionali e le inchieste sociali su fenomeni di costume o culturali controversi, come la prostituzione, i trend sessuali, l’immigrazione e le mode giovanili.

“Mani Pulite” in Italia, fu anche oggetto di trattazione del giornalismo d’inchiesta.

Vista la natura peculiare del suo lavoro, il giornalista investigativo si avvale di documenti di provenienza istituzionale, privata o scientifica, utilizza investigazioni giornalistiche basate sull’analisi di complessi database, si riferisce ad analisi provenienti da fonti aperte disponibili online o offline e fonti documentali a stampa, istituisce rapporti con fonti confidenziali di provenienza istituzionale o privata, fa riferimento all legislazione in tema di libertà d’informazione, della libertà di stampa e della trasparenza amministrativa, ad esempio per accedere a materiale documentale riservato o non più coperto da segreto di Stato.

Possiamo considerare il giornalismo investigativo come fautore di pace e di democrazia, in quanto narra i fatti pulendoli dei dati non veritieri legati a versioni ufficiali e a fonti interessate.
 
Nella politica racconta fatti criminali.

Può essere considerato un giornalismo di qualità in quanto accende la luce della verità su fatti e situazioni, delineandone la realtà nella loro interezza, taciuta in quanto scomoda. In tal modo, rivela il volto autentico degli accadimenti, oggetto di lettura giornalistica.

Il giornalismo investigativo, in definitiva,  si dirige oltre il velo proprio delle apparenze e va alla radice dei fatti, per scoprirne la verità oggettiva e viene considerato, per tale ragione, l’espressione più alta del giornalismo, che ha ricevuto il premio Nobel per la Pace, per il lavoro svolto da Maria Ressa, filippina, e da Dmitry Muratov, russo.

I giornalisti Ressa e Muratov sono stati premiati “per i loro sforzi nel proteggere la libertà di espressione, condizione necessaria per la democrazia e una pace duratura”.

Maria Ressa è una giornalista di origini filippine, il cui cognome è italiano in quanto figlia adottiva di un padre originario dell’Italia Ha collaborato nella  fondazione del sito giornalistico Rappler.

E’ nota per aver assunto una posizione critica nei confronti del presidente filippino Rodrigo Duterte e dei suoi metodi autoritari.

Dmitry Andreyevich Muratov è un giornalista russo, direttore del giornale Novaya Gazeta.
Note sono le sue critiche al presidente russo Vladimir Putin e le sue inchieste su casi di corruzione in Russia.

L’impegno dei due giornalisti per la democrazia e la pace, proprio della  stampa libera e autonoma, è stato premiato con l’attribuzione del Premio Nobel per la Pace 2021.
Non vi è dubbio che la difesa dei valori democratici può essere realizzata dalla stampa, nel mondo e nell’attività di peace building.

Possiamo affermare che il giornalismo d’inchiesta lavora per la pace e la democrazia, in quanto, per sua intrinseca natura, difende la verità superando le versioni ufficiali, di comodo, dei fatti e delle situazioni.

Dove non vive la verità  è certo che vi siano diritti negati, si originano conflitti che danneggiano i deboli e regna la negazione della libertà di parola. Far vivere la verità è l’obiettivo primario del giornalismo investigativo e, per tale motivazione, esso realizza gli obiettivi propri della democrazia e della libertà.

Appare evidente che il giornalismo investigativo, non facendo proprie le narrazioni di comodo, produca conoscenza approfondita, sapere critico, ,nonché sguardo chiaro sulla realtà, alla stessa stregua della ricerca scientifica.

Certo, esso non piace a chi detiene il potere, a chi vuole che tutto ruoti attorno ai suoi esclusivi interessi.

Non può trovare vita facile il giornalismo Investigativo proprio in quanto  denuncia il malaffare, le correnti di traffici e denari, che inquinano la politica la corruzione e i depistaggi di corpi deviati dello Stato, le angherie, le prepotenze e la negazione dei diritti

Occorre far presente, inoltre, che il giornalismo che fa inchiesta è anche quello che si occupa del mondo del crimine comune.

Ed anche in tale contesto il giornalista che investiga diventa scomodo perché tenta di ribaltare le narrazioni giudiziarie, cerca di forzare le convinzioni comuni, pregiudiziali e stereotipate.
Anche in tale ambito, pertanto, il  giornalismo investigativo è fautore di democrazia e pace, in quanto scava nel profondo e cerca la verità contro la menzogna.
 
Esso è il giornalismo della verità, dello stato di diritto, dell’equità, della giustizia che fa propria l’etica e la morale, che non può essere elusa da chi si occupa di comunicazione, che garantisce, nel contempo, il rispetto delle persone di cui si occupa e il diritto di chi legge ad avere un racconto dei fatti fondato sulla verità profonda che li connota.

di Biagio Maimone
Giornalista e comunicatore, grande esperto di uffici stampa, inviato del quotidiano America Oggi, direttore responsabile di Marketing Journal e Segretario Generale del ClubMC (www.clubmc.it)
biagio.maimone@gmail.com

#biagiomaimone #giornalismo #giornalismoierioggidomani #clubmc #marketingjournal #daniloarlenghi