Gucci è ancora il marchio italiano che vale di più: ecco la classifica di Brand Finance

il valore complessivo dei 100 principali marchi italiani è aumentato rispetto allo scorso anno del 14% e rispetto ai valori pre-covid del 2%. A dirlo, l’ultimo report di Brand Finance sui principali marchi italiani ordinati per valore finanziario.

La crescita è dovuta soprattutto all’abbigliamento, che anno su anno ha guadagnato il 17%, e al comparto bancario assicurativo, che ha guadagnato il 18% rispetto allo scorso anno. Diversamente, il valore dei marchi di alimenti & bevande è aumentato mediamente del 9% rispetto al 2021. I principali marchi italiani, insomma, sono in ripresa anche rispetto ai valori pre-covid, quando hanno perso il 10%.

Come si è comportato il lusso: Gucci ancora in testa

La crescita di quest’anno è dovuta alle performance di singoli brand, e chiaramente trainata dall’abbigliamento. L’estrema forza di Gucci e le sue business performance hanno portato una crescita anno su anno del 18% del valore del brand che quest’anno ha raggiunto i 15,6 miliardi di euro, confermandosi il brand italiano di maggiore valore. In forte crescita anche Dolce & Gabbana (+57%), Fendi (+33%), Moncler (+33%), Ray-Ban (29%) Bottega Veneta (+27%).

“Finalmente, i valori finanziari dei brand dell’abbigliamento di lusso e premium si stanno riprendendo grazie alle ritrovate occasioni sociali. Questa tendenza conferma le nostre analisi dello scorso anno in cui emergeva che, nonostante la contrazione del valore di questi marchi, le prospettive fossero positive. I marchi del lusso hanno avuto la capacità di rimanere vicine ai consumatori anche grazie alla sempre maggiore attenzione alla sostenibilità e a uno scopo che andasse oltre il profitto”, dice Massimo Pizzo, managing director Italia di Brand Finance.

Gli altri settori: Intesa e Poste in crescita

Tra i presenti nella top 10 dei brand di maggiore valore, Intesa (+33%), Poste (+28%), Conad (+29%) e TIM (+25%) sono quelli che crescono maggiormente anno su anno. La veloce crescita del marchio Intesa, come quella di BPER (+43%), è dovuta soprattutto alla finalizzazione dell’acquisizione di UBI, che combinata con l’estrema forza del brand Intesa Sanpaolo, ha portato questo marchio a valere 8,4 miliardi. Grazie al forte incremento, Intesa guadagna due posizioni nella classifica italiana, e raggiunge il 4° posto appena sotto ENI (3°) ed Enel (2°), e appena sopra di Generali (5°).

Ferrari è il brand capace di influenzare di più gli stakeholder

Il brand Ferrari con un valore pari a 6,9 miliardi è al 6° posto nella classifica italiana tra i brand di maggiore valore. Ferrari con un punteggio pari a 90,9 su 100 è il brand italiano più forte, cioè con la maggiore capacità di influenzare le scelte degli stakeholder. Ferrari ha questo primato anche nel settore auto ed è nella top 10 dei brand più forti del mondo.

Il settore bancario assicurativo

Il marchio Poste, che quest’anno compie 160 anni, è uno dei 25 più forti del mondo. In campo assicurativo, in Italia ha un livello di influenza paragonabile ad Apple nella tecnologia. L’estrema forza di Poste italiane ha portato, non solo un ottimo incremento di valore anno su anno, ma anche un buon incremento di valore del brand rispetto al pre-covid raggiungendo così i 6,8 miliardi e confermando il 7° posto.

Il buon incremento medio del comparto bancario assicurativo è poi dovuto anche a UnipolSai (+25%), BPER (+43%), Fineco (+38%) e Credem (+21%). Perdono invece valore Unicredit, BancoBPM, Mediolanum, Mediobanca, Compass e soprattutto Cattolica Assicurazioni (-13%) e MPS (-25%). UnipolSai, che ha raggiunto quest’anno i 2,7 miliardi, è diventato il brand più forte del mondo tra le assicurazioni, uno dei brand italiani più forti e uno dei 25 brand più forti del mondo.

La sostenibilità come fattore chiave per la brand identity

“L’attenzione agli Esg è sicuramente un fattore chiave per rafforzare i brand e quindi renderli più attraenti per migliorare la crescita del business, la ritenzione del personale e il favore degli investitori. Peccato che oggi tutte le imprese parlino di sostenibilità, ma quelle che si stanno realmente impegnando a integrarla nella strategia, sono veramente poche. Per questa ragione, riempire gli spot di slogan sulla sostenibilità è probabilmente un boomerang per molte imprese”, conclude Pizzo.

Tutte le valutazioni 2022 di Brand Finance sono state condotte sulla base dei dati marketing e finanziari disponibili a novembre 2021, quindi le valutazioni non hanno tenuto conto della crisi in Ucraina e di quella energetica.